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Etichetta: metodo a freddo

Ecco una ricetta semplice e carina per fare il sapone di Marsiglia in casa usando il metodo a freddo. E' stata Elisa, una nostra amica a suggerirla. Fare il sapone in casa è più semplice e dà più soddisfazioni di quel che si pensa: esistono due metodi, quello a caldo e quello a freddo. Ne parliamo anche sul nostro libro, Il primo sapone non si scorda mai, dove potete trovare tantissime ricette per iniziare ad autoprodurre in piena autonomia e consapelvolezza ? Per il fare il sapone di Marsiglia in casa, in questo caso, utilizziamo il metodo a freddo: "Era il lontano 2007, ancora non sapevo che di lì a poco avrei conosciuto Lucia&Luigi. Già muovevo i primi passi nel magico (non sto scherzando!) mondo della creazione di saponi. Avevo questa idea in testa di un gran pentolone sul fuoco, e un mestolo enorme per girare e rigirare la sostanza densa che ribolliva ore e ore dentro… per me i folli che si facevano il sapone in casa avevano un po' l'aspetto tra Maga Magò e Amelia. Invece ho conosciuto Rossella, la mia Maestra di saponi che mi ha fato scoprire la saponificazione a freddo. E in 20 minuti avevo già lì il mio sapone a prendere forma in un contenitore di plastica. E poi ho conosciuto Lucia&Luigi, in riva al mare, con uno dei loro primi stand. E ho capito che c'erano altri folli come me a pasticciare a far saponi. La soddisfazione nel farsi il sapone da sé è impagabile. È davvero una magia."

Ecco il procedimento per produrre in casa un sapone alla menta con il metodo a freddo: ricordate sempre di lavorare con guanti, occhiali e mascherina facciale filtrante FFP3. Buon divertimento per tutto il procedimento!

Vi proponiamo un'altra ricetta sperimentata per noi da Laura: il sapone alla calendula e camomilla, emolliente e anti-infiammatorio, adatto alle pelli delicate! Ma sentiamo cosa ci dice la nostra amica autoproduttrice: " Vorrei condividere con voi una delle mie prime ricette per la produzione casalinga dei saponi naturali. Spinta dal desiderio di creare un sapone da usare sotto la doccia, che mi evitasse di comprare bagnoschiuma e soprattutto che rispondesse alle esigenze della mia pelle, ho formulato questa ricetta pensando ad uno dei miei fiori preferiti e che meglio si presta alle mie esigenze: la calendula. Infatti, l'ingrediente principe di questa ricetta è l'oleolito di calendula, molto facile da autoprodurre in casa, che racchiude in sé le proprietà anti-infiammatorie, antisettiche e emollienti di questo splendido fiore; unito all'infuso di Camomilla, rende questo sapone adatto per chi come me ha una pelle delicata, tendente a seccarsi e irritarsi molto facilmente."

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "saponi e buoi dei paesi tuoi?" Ho creato questo sapone ispirandomi ai boschi fatati e ai prati dei Monti Sibillini che ogni giorno ho la gioia di ammirare dalle mie finestre. E’ bianco come la silenziosa neve che acquieta l’anima di coloro che si aggirano nei boschi dormienti durante la stagione invernale. Una fascia gialla scorre nel mezzo, qui si concentrano alcuni petali seccati di calendula, camomilla, violetta…per ricordare sia i raggi del sole che attraversano il fitto fogliame dei boschi creando la fantastica sensazione di poter scorgere da un momento all’altro una fata, sia i fiori che inondano di forme e colori i prati di questi monti in primavera ed estate. E’ un sapone delicato, rinfrescante che lascia la pelle morbida come le acque degli innumerevoli ruscelli che sgorgano allegri da quelle rocce. In onore della “fata” che per secoli ha dimorato fra questi magici luoghi e che ancora oggi affascina anche i più increduli, l’ho chiamato sapone Sibilla.

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"? Alla domanda su quale fosse il mio paese mi sono trovata spiazzata.

Poi ho pensato che siamo quello che mangiamo e allora mi sono subito venuti in mente Pizzocheri e Papina, due piatti legati alla mia infanzia (i primi credo di averli assaggiati che avevo pochi mesi). E quando li sento nominare mi si scatena un sentimento di appartenenza a questi luoghi lombardi... La farina che ho utilizzato per il panetto è la stessa che viene utilizzata per fare i famosi Pizzoccheri valtellinesi ed è appunto quella di grano saraceno. Da quando avevo pochi mesi la Valtellina mi ha adottata e tutte le mie vacanze estive ed invernali le ho sempre trascorse lì, almeno fino ai 20 anni (ora invece ci ritorno solo per qualche occasione o ricorrenza, o in estate quando a Milano fa decisamente troppo caldo!). E poi c'è la Papina, la torta paesana della tradizione brianzola, che mamma cucinava (e cucina ancora credo) spesso. Ma non solo mamma: infatti una versione vegana, super energetica ma light (e anche senza zucchero) ha preso vita qualche giorno fa nella mia cucina... E così eccovi spiegato il tutto. Il cacao è un chiaro riferimento alla torta così come i datteri e le prugne che intervengono in sostituzione delle uvette che non mi piacciono (oltretutto sono i miei frutti preferiti: le prugne in estate e i datteri in questo periodo – anche ora mentre scrivo :)). Per dare la forma del “trancio di torta”, ho messo l'impasto in un piccolo contenitore di plastica di forma cubica: alle sagre paesane la Papina viene tagliata e servita proprio a cubotti. Il panetto risultante l'ho adagiato su un campo di Erba Livia: gli stessi campi dove mi sdraiavo da bambina dopo le corse per riprendere fiato (è infatti un' erba che cresce in alta montagna). Quasi mi sembra di avvertirne l'odore... Infatti, mentre scatto lo sento! Un po' ricorda quello della salvia e della lavanda. L'Erba Livia è una tipica erba della Valle che viene utilizzata come infuso per rilassare lo stomaco. Suggerisco di metterla nel contenitore insieme al panetto per rilassare i sensi prima della doccia.

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"? Piccolo paese, disteso su una collina a 650 mt sul livello del mare, a ridosso del parco nazionale del Pollino, meno di mille abitanti, lontano da altri centri urbani, a 70 minuti dal mare, lontano dalle stazioni ferroviarie, dagli aeroporti, dalle università ecc, ecc. Questo sapone povero è stato creato per evidenziare la naturalezza la ricchezza e la dolcezza nella povertà dei nostri luoghi. > La naturalezza delle nostre MELE: mele piccole, brutte e senza nome ma saporite naturali ed utili. >La ricchezza del MELOGRANO: quello rubato nell’orto in fondo al paese, per venderlo alla fiera del terzo sabato di ottobre. Per racimolare 50 lire ogni frutto. “Che ricchezza”? Ma la ricchezza sta’ nel frutto, ricco di sali minerali, di vitamine, di sostanza benevole per l’organismo flavonoidi, antiossidanti, e vari tipi di acidi di principi attivi). >La dolcezza del MIELE: quello che tutti abbiamo in credenza e che tutti abbiamo nel cassettino della nostra memoria, quello che la nonna ricavava da un’arnia trovata sull’albero in campagna. >OLIO DI OLIVA: la migliore garanzia contro le allergie o altre aggressioni che può subire la pelle a causa dell’utilizzazione di un sapone industriale.

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"? Jam come marmellata, come un mix di culture che si incontrano e che si mescolano. Questo sapone è dedicato ad una mia cara amica che vive ad Ammam (Giordania) che questa estate mi ha portato una splendido estratto di un incenso locale, di mirra se non ricordo male. Un estratto dal profumo magico, intenso ed avvolgente. Si tratta di una resina ricavata dalle incisioni di sul tronco della pianta, dal quale comincia ad essudare una sorta di lattice. Si ricava questo estratto dalle proprietà antisettiche ed antibatteriche. A questo ingrediente esotico ho aggiunto qualcosa di casa mia, il nostro olio di oliva che ogni anno produciamo qui sulle colline toscane. Un olio ottimo (anche in cucina) che rende questo sapone molto delicato ed emolliente!

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"? Faenza è considerata da tutti la "città della ceramica" per eccellenza. Fin dai tempi antichi Faenza è famosa per le sue ceramiche e tutt'oggi le botteghe faentine sono tra le più rinomate. Ho voluto dedicare questo sapone alla mia città, utilizzando come ingrediente caratterizzante l'argilla! L'argilla viene malleata per fare le ceramice ma (quella verde) è un vero toccasana anche per la pelle. Ad esempio si può usare per fare delle maschere con argilla ed acqua. Si può applicare sulla pelle del viso e del corpo..l'argilla dopo una decina di minuti si asciuga completamente divenendo un film rigido aderente perfettamente ad ogni asperità. La maschera aiuta ad esfoliare la pelle eliminando le cellule morte superficiali rendendo la pelle più liscia e morbida!

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"? La raccolta dell’uva e delle olive è un momento per raggruppare tutti i parenti che vivono lontani emigrati per lavoro, è un momento di festa, ed è la gioia delle persone anziane quando infilano nelle valige dei figli una tanica di olio ed una di vino. E aggiunto al mosto appena spremuto affinché il vino resta buono per tutto l’anno senza l’aggiunta di sostanze chimiche e di conservanti; Perché vincotto: > Viene aggiunto al mosto appena spremuto affinché il vino resta buono per tutto l’anno senza l’aggiunta di sostanze chimiche e di conservanti; > Viene per debellare le fastidiose bollicine al palato. > Si usa per la preparazione di dolci. > Si usava per la preparazione di gustose granatine di neve da consumare accanto al fuoco durante le fredde giornate d’inverno.

Perché olio di oliva: > è naturale; > e reperibile nelle dispense dei nostri nonni; > è conosciuto fin dall’antichità per le sue proprietà benefiche sulla pelle; > ha proprietà emollienti ed ammorbidenti, senza l’aggiunta di coloranti o profumi artificiali, ottenendo così un sapone assolutamente naturale, biodegradabile e non inquinante; > la migliore garanzia contro le allergie o altre aggressioni che può subire la pelle a causa dell’utilizzazione di un sapone industriale.

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"? Con il mese di novembre, nell’agro di Vieste, si vedono negli uliveti secolari di cui questa città è ricca, gruppi di agricoltori dediti alla raccolta delle olive. Gli uliveti del Gargano sembrano delle particolari ed eccezionali sculture che madre natura si è divertita a creare. L’olio che queste piante producono è genuino e prelibato, dalle straordinarie e note proprietà cosmetiche è da secoli l’olio per il sapone, ricco di sostanze emollienti, il sapone prodotto è un sapone duro e compatto e con un ottimo potere pulente. Visto che però produce poca schiuma,che a me piace tanto, ho pensato di aggiungere al nostro oro giallo, una piccola percentuale di olio di cocco. L’olio che si produce nella provincia di Foggia e perciò anche a Vieste, ha ricevuto la denominazione di olio extravergine D.O.P. Dauno Gargano. Riceve questa denominazione l’olio prodotto da olive raccolte per brucatura entro il 30 gennaio e molite entro tre giorni dalla raccolta. L’ “oro liquido” insaporisce ogni pietanza dando alla cucina tipica del Gargano un sapore inconfondibile che contribuisce notevolmente ad esaltare la qualità dei vari ingredienti che vanno a comporre e caratterizzare qualsiasi elemento, ho pensato allora: perché non raccogliere questo invito della Saponaria e produrre un sapone degno della mia terra? Ho raccolto questa opportunità a piene mani, perché produrre sapone, è come entrare in un mondo magico, avere uno spazio per rilassarsi dopo lo stress della giornata e, in oltre ricordare le mie origini, quando i miei nonni producevano in casa il sapone. Ecco spiegato perché amo molto realizzare ogni tipo di ricetta che mi capita sotto mano, però, questa volta grazie a voi ho realizzato una mia ricetta, tipica della zona in cui vivo dove l’olio d’oliva viene prodotto in abbondanza!!”

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"?

Il fiore di tarassaco riempie i campi della pianura bergamasca, mentre i fiori di sambuco colorano di bianco le rive dei campi coltivati a mais. L’albero del tiglio, con il suo profumo, e il pino mugo s’innalzano sulle prealpi orobiche. La radice del tarassaco e i fiori di sambuco hanno valore terapeutico nei casi di pelle acneica. L’oleolito di tiglio ha proprietà idratanti, emollienti ed antinfiammatorie. Il pino mugo, qui rappresentato dal suo olio essenziale, ha proprietà balsamiche.

Ricetta candidata al concorso di autoproduzione "Saponi e buoi dei paesi tuoi" Perchè rappresenta il proverbio "Saponi e buoi dei paesi tuoi"? Il cedro ha rappresentato una grandissima risorsa economica in passato in quasi tutti i paesi della costa tirrenica-cosentina, ora la produzione è diminuita a causa del dilagare delle costruzioni ma mantiene ancora un certo numero di coltivazioni. È un frutto amaro come questi posti, ma ricco di sostanze emollienti per la pelle. Esistono anche dei cosmetici a base di cedro.

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